Mobile Backhaul “nodo” della banda ultralarga

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Lo sviluppo della banda ultralarga mobile è strettamente connesso allo sviluppo della fibra.

Di fatto, se le due tecnologie non marceranno parallele non solo l’LTE sarà inevitabilmente penalizzato nel corso del suo sviluppo, ma non sarà possibile far decollare realmente il 5G.

Il cuore del problema è costituito dal backhaul, ossia dal punto di “interconnessione” fra le reti fisse e mobili.

Le reti hanno bisogno delle dorsali in fibra per interconnettere le proprie antenne alla rete dell’operatore: un network mobile che, se non può contare sul “supporto” della fibra e sul fibre backhauling, non può e non potrà soddisfare la crescente domanda di traffico dati, garantendo le performance promesse – i 100 Mbit/s nel caso dell’ LTE e molto di più con il 5G – né la qualità dei servizi di connettività.

Di fatto, per assicurare la giusta ampiezza di banda è necessario che la rete mobile si “appoggi” ad un’infrastruttura in fibra ad una distanza “ragionevole” dal cliente finale, altrimenti sarà proprio la distanza ad abbattere strada facendo le performance. L’aumento delle small cells necessarie per il 5G impone un’ulteriore riflessione sull’ importanza del backhaul e quindi sulla necessità delle reti in fibra per lo scambio sempre più massivo di informazioni.

“Sono molti i governi e gli stakeholder che non sono sufficientemente a conoscenza della necessità della fibra per le reti mobili”, sottolinea Edgar Aker, membro del Board di FTTH Council. “Auspichiamo una crescente convergenza fra la fibra e il mobile in modo da poter assicurare ai cittadini servizi di nuova generazione”. La questione si fa ancora più importante in considerazione dell’avvento dell’ Internet of things: la diffusione dei sensori connessi rappresenterà una sfida non da poco proprio a livello di network mobili che dovranno processare e “restituire” una quantità enorme di dati.

La “granularità” dell’ IoT – miriadi di informazioni derivanti da miliardi di sensori – sortirà l’inevitabile evoluzione delle reti verso un modello di configurazione architetturale “small cells”.

Un modello che a sua volta necessiterà la ridefinizione delle esigenze di backhaul per i network mobili.

Considerata la capacità della fibra ottica, l’adozione dell’ FTTH , ossia della fibra fino alle abitazioni o quantomeno all’edificio, rappresenta al momento la soluzione tecnica migliore per il mobile backhaul.

Gli operatori oggi tendono a orientarsi verso il Gpon, che è lo standard in grado di rendere fruibile la maggior quantità di banda, e sono sempre più le telco che stanno investendo nelle tecnologie della “famiglia” FTTx. Il che fa ben sperare per l’evoluzione della banda larga mobile.

I Paesi che dunque sapranno meglio cavalcare l’onda della fibra potranno accreditarsi fra quelli che si candidano a guidare lo sviluppo della quinta generazione mobile.

Gli altri resteranno inevitabilmente indietro e non potranno sfruttare appieno le potenzialità del 5G né tantomeno dell’Internet of things in particolare nella sua declinazione “smart manufacturing”, quella che ha bisogno di connessioni robuste e affidabili.

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