Europa 2025, cybersecurity, la strategia

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Una strategia comune sulla cybersecurity.

La Commissione ha presentato un nuovo piano per la cybersecurity , in forma di proposta indirizzata al Parlamento europeo a al Consiglio.

In occasione del discorso sullo stato dell’Unione il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha sottolineato come la tutela dei dati, dei sistemi IT e delle reti, sia diventata oramai centrale e come serva una più stretta collaborazione tra gli stati, per rispettare la road map del mercato unico digitale al 2025.

L’obiettivo è quello di rendere più coordinate, a livello europeo, le azioni relative alla sicurezza alla base – si legge nel documento – dello sviluppo socio-economico del Vecchio Continente.

Si punta, in pratica, ad aumentare la resilienza dei sistemi informativi e delle infrastrutture critiche alle minacce cibernetiche.

In questa direziona va il rafforzamento del ruolo dell’ Enisa, oggi ente per la sicurezza informatica europea, che dovrebbe diventare una vera e propria agenzia con poteri più ampi.

La Commissione propone nuovi metodi per contrastare le frodi su pagamenti elettronici, assegnando 10,5 milioni di euro alla formazione di poliziotti e giudici con il Fondo di sicurezza interno-Programma di polizia.

L’Europa sta sviluppando anche un “cyber diplomacy toolbox”– una sorta di “catalogo” – per accelerare le decisioni, per esempio su come sanzionare Paesi stranieri responsabili di attacchi informatici.

Terzo obiettivo, la difesa: si va nella direzione di rafforzare la cooperazione internazionale. Focus sul concetto di “ cybersecurity capacity building ” per condividere competenze tra Paesi.

Si propone infine la nascita del Centro europeo di ricerca e competenze sulla sicurezza cibernetica – dal 2018 con un investimento iniziale di 50 milioni di euro – nonché un network di competence center nei Paesi membri.

Il piano Ue va ad aggiornare una strategia per la sicurezza nata ormai da 4 anni e, per stessa ammissione di Bruxelles, inadeguata ai nuovi fenomeni del crimine informatico.

Gli oltre 4000 attacchi ransomware al giorno registrati lo scorso anno, l’80% delle imprese europee che ha subito almeno un incidente informatico e l’impatto economico del cybercrime quintuplicato in 4 anni (senza calcolare il peso geopolitico assunto dalla web intelligence) hanno spinto i vertici dell’Unione a rimettere mano alle norme e più in generale a tutta la strategia comunitaria, per colmare le lacune dettate dalla rapida evoluzione tecnologica.

“Dobbiamo rafforzare la fiducia dei cittadini e delle imprese nel mondo digitale, soprattutto in un momento in cui i cyber-attacchi su vasta scala sono sempre più frequenti. Standard di sicurezza elevati devono diventare il nuovo vantaggio competitivo delle nostre imprese”, ha spiegato Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, commentando le misure previste dal piano.

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