Industria 4.0 : quanto vale la partita banda ultralarga

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La partita banda ultralarga è uno dei pilastri portanti della strategia Industria 4.0 .

I riflettori sono tutti puntati sulle cosiddette aree “grigie”, quelle non propriamente a fallimento di mercato, ma sulle quali sarà necessario investire per garantire le connessioni veloci, in particolare alle imprese.

Stando a quanto evidenziato dallo stesso ministro Carlo Calenda, nelle aree grigie opera il 69% delle imprese, ossia la maggioranza, e se è vero che sono numerosi i progetti di infrastrutturazione, in particolare a livello di “distretti” – si pensi a quello di Prato, il primo “all-fibre” d’Italia – è anche vero che la mappa si presenta a macchia di leopardo.

È nel mix di investimenti pubblico-privato che il governo vorrebbe trovare la quadra, ma il condizionale è d’obbligo: il “dossier” è sul tavolo della Commissione europea e in ballo c’è la questione degli aiuti di Stato.

Ad ogni modo individuare la soluzione alla partita banda ultralarga è l’obiettivo che si è dato il governo, dato che senza banda ultralarga il Piano Industria 4.0 non potrebbe attuarsi completamente. In dettaglio, la strategia nazionale prevede di garantire 30 Mbps a tutte le aziende entro il 2020 e 100 Mbps almeno al 50% delle aziende.

L’impegno privato è stato stimato in 6 miliardi di Euro (stando ai piani di investimento degli operatori di Tlc già comunicati) e il governo – da parte sua – intende stanziarne altrettanti, nello specifico 6,7 miliardi di Euro nel triennio 2017-2020.

Una cifra che riuscirebbe a innescare un interessante effetto domino in termini di produttività, redditività e quindi di Pil-Paese e che darebbe, inoltre, un colpo di acceleratore all’ambizioso obiettivo annunciato qualche giorno fa dal premier Matteo Renzi, ossia traghettare l’Italia nella “gigabyte society”. Per questo – ha affermato “c’è bisogno di una gigantesca operazione di infrastrutturazione della banda larga”.

Ma quanto vale davvero la partita banda ultralarga?

Secondo un’analisi dell’ Istat la disponibilità di banda ultralarga comporterebbe un aumento di produttività da parte delle imprese, variabile dal 7% fino al 23%.

I maggiori benefici si registrerebbero nel settore dei servizi (al netto del Commercio); a seguire il settore delle Costruzioni, con un aumento di valore aggiunto stimato dell’11% e poi Commercio e Industria entrambi con proiezione al +9%. L’aumento medio del valore aggiunto per addetto a livello Italia risulterebbe essere di circa 4.900 euro.

Ma la strada è ancora lunga: secondo i dati di EY i servizi ultrabroadband sono utilizzati da poco più del 5% delle imprese SoHo (1-9 addetti) e da circa il 15% delle Sme.

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