La partita Industria 4.0 si gioca nelle aree grigie

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Ad inizio Aprile il Ministero dello Sviluppo economico ha dato ufficialmente il via alla consultazione pubblica Infratel per verificare gli investimenti delle telco italiane per la realizzazione delle reti a banda ultralarga nelle aree grigie, quelle a metà strada fra le zone “isolate” o a cosiddetto fallimento di mercato (aree bianche) e le città (aree nere).

Un’iniziativa importante perché è proprio nelle aree “ibride” – che includono anche le periferie urbane e quelle dove sono localizzati i distretti industriali – che si concentra buona parte del tessuto produttivo italiano.

Stando ai dati del “Libro bianco sul digital divide” a firma di EY (Ernst & Young), nelle aree grigie “risiede” il 65% delle imprese.

Dalle elaborazioni aggiornate per CorCom risultano oltre 7.000 le aree industriali prive di connessione in fibra oltre i 30 Mbps, e in 1.700 di quelle considerate di piccole dimensioni i servizi broadband di rete fissa non sono minimamente disponibili.

Dalla sesta edizione del “Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi”, presentato a fine marzo, due terzi delle imprese sono “indifferenti” alla digitalizzazione dei processi produttivi e le imprese “digitali compiute” (ad alto capitale ed alta digitalizzazione) sono solo il 3%.

Insomma, lo scenario non è dei migliori e non è solo una questione di connettività e di gap con le altre economie europee – che pure sono temi da non sottovalutare: in ballo ci sono il presente e soprattutto il futuro del Piano Industria 4.0 tanto voluto dal ministro Carlo Calenda.

E in ballo c’è persino il deployment del 5G. “Il Governo Italiano sta ponendo in essere un insieme di azioni che incidono sulla domanda di connettività, ossia che vanno nella direzione di promuovere e sostenere la domanda di servizi a valore aggiunto la cui attivazione richiede la disponibilità di connettività ultra veloce. Ci si riferisce, in particolare al progetto Industria 4.0, al progetto Italia WiFi, alle iniziative di sperimentazione dei servizi in 5G”, si legge nel documento “Piano investimenti nelle aree grigie” in cui il Mise ha messo nero su bianco la strategia per raggiungere con la fibra ottica oltre 19 milioni di numeri civici, corrispondenti a circa 25,5 milioni di unità immobiliari.

Spingere sulle aree grigie vuol dire spingere e sostenere il Piano industria 4.0 e mettere le basi per il decollo del 5G.

La banda ultralarga è dunque imprescindibile e rappresenta le fondamenta su cui erigere tutta la strategia-Paese declinata in nome della trasformazione digitale.

Fra l’altro sempre a inizio a aprile il Mise ha reso noto che sono ancora 320 i milioni a disposizione – che fanno capo alla cosiddetta Nuova Sabatini – per gli investimenti in macchinari, impianti, hardware, software e tecnologie digitali cruciali per i progetti legati a Industria 4.0 .

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