Telcomedia, l’Italia giocherà la partita ma serve tanta fibra

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La partita è solo al fischio di inizio. Ma non ci vorrà molto per assistere sul campo a una delle rivoluzioni più imponenti quanto entusiasmanti nel mondo delle comunicazioni. Telcomedia, la convergenza fra Tlc e media preannunciata da anni non è più solo un’ipotesi né qualcosa di là da venire. Ci siamo. E questa volta al netto dei “timidi” tentativi.

La fusione fra AT&T – la compagnia americana di Tlc che lo scorso anno ha rubato lo scettro a Verizon – e il colosso dei contenuti Time Warner rappresenta non solo una delle maggiori operazioni M&A degli ultimi anni – vale 85 miliardi di dollari – ma anche il segno concreto che siamo entrati ufficialmente nell’era “ telcomedia ”.

Amazon, Verizon, Netflix, Disney, Comcast, Fox, Charter, T-Mobile, Sprint, Cbs e Viacom gli altri attori già in campo e persino pronti ad annunciare mosse al rialzo per contrastare il duetto AT&T-Time Warner. Comcast ha ufficializzato l’offerta da 65 miliardi in contanti per gli asset di intrattenimento della 21st Century Fox.

La compagnia di fatto è pronta a pagare 35 dollari per azione per portarsi a casa parte dell’impero di Rupert Murdoch sottraendolo a Walt Disney che pure ha presentato un’offerta ma del 19% inferiore rispetto a quella di Comcast. E altri “matrimoni” sarebbero alle porte secondo esperti e analisti: si vocifera di un’imminente cessione di Viacom e Cbs a un grosso nome del Web – ma nel momento in cui si scrive non sono disponibili ulteriori dettagli – e anche di un via alla stagione di caccia da parte di Charter Communications e Liberty Media, che sarebbero entrambe intenzionate a portarsi a casa qualche ghiotto “boccone” nel campo dei contenuti.

Che si sia mosso per primo e in grande stile il mercato americano non è un caso per almeno due buone ragioni: vista la mole di soggetti e di colossi in campo, non potevano che essere gli Stati Uniti ad aprire le danze; e non va sottovalutata l’infrastruttura in fibra, l’unica di fatto in grado di garantire la trasmissione di quantità di dati sempre più crescenti e impressionanti.

L’accordo da poco annunciato in Italia fra Mediaset e Sky fa parte del new trend ed è la dimostrazione che la strada è ormai tracciata.

La nuova offerta a pagamento potrà essere fruita anche attraverso le connessioni in fibra, ed è questa la vera importante notizia poiché spariglia i giochi non solo sul fronte dei contenuti ma anche delle piattaforme tecnologiche.

Se il panorama televisivo sta già radicalmente cambiando – complice lo sbarco di attori alla Netflix – anche quello delle Tlc si trova di fronte ad un’inedita rivoluzione. E questa volta proprio le telco avranno un’occasione importante: gli investimenti nelle nuove reti ultrabroadband e l’avanzamento dei cantieri sono spesso stati “frenati” a causa della scarsa domanda di connessioni ad altissima velocità da parte dei privati cittadini ma anche delle aziende. Ora però l’era “ telcomedia ” apre nuovi scenari e per la prima volta da anni consente di proiettare una curva in netta crescita sul fronte dei profitti e dell’Arpu. Dunque non bisognerà mollare la presa sulla fibra. Anzi bisognerà accelerare.

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