Obbligo banda ultralarga per edifici nuovi e ristrutturati

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Dal primo luglio del 2015 c’è l’ obbligo banda ultralarga per gli edifici nuovi e ristrutturati.

È una norma contenuta nello Sblocca Italia, aggiunta in sede di conversione del decreto (DL 133/2014) con legge 11/11/2014 n. 164.

In particolare, ci sono alcuni punti rilevanti: tutte le nuove costruzioni e ristrutturazioni che richiedano il permesso di costruire dopo il primo luglio del 2015 dovranno avere una infrastruttura fisica multiservizio passiva interna con adeguati spazi installativi e con impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete.

Inoltre, tutti gli edifici di cui sopra dovranno essere equipaggiati di un punto di accesso, cioè un punto fisico situato all’interno o all’esterno dell’edificio che sia accessibile alle imprese autorizzate a fornire reti pubbliche di comunicazione. Gli edifici che adempiono a questi obblighi possono esporre la targa “predisposto alla banda ultralarga”.

Cosa significa in pratica questo? Lo abbiamo chiesto a Claudio Moscardo, Telecom Solutions Manager Prysmian Cavi e Sistemi Italia.

“È una normativa che abbiamo seguito nelle varie fasi prima che diventasse legge: facciamo infatti parte dei comitati tecnici di telecomunicazione che lavorano per costruire questo tipo di rete legislativa dove portiamo come contributo attivo la nostra esperienza accumulata in altri paesi dove il gruppo è presente. Questa normativa in realtà fa parte di un processo molto lungo di liberalizzazione”.

Quali sono stati gli snodi più importanti?                                                                                                         Pensandoci, già con l’accesso telefonico tradizionale si poneva la stessa questione: la borchia stampigliata e numerata che prima veniva messa solo dall’azienda di Stato, la Sip, era il servizio che permetteva di collegare le unità abitative. Ma non c’è stata solo quella: anche i servizi di acqua, corrente elettrica, gas.

La rivoluzione è iniziata con l’energia attraverso la liberalizzazione dell’impianto: “noi compagnia elettrica portiamo il contatore solo se tu utente hai fatto un impianto a norma firmato da un elettricista iscritto all’ albo”. Stessa cosa è successa per il gas. Abbiamo cominciato, poi, a modificare gli appartamenti anche per altri motivi: satellite, antifurto, domotica. Ci siamo però dimenticati della banda ultralarga .

Qual è il vantaggio adesso?
L’unità immobiliare comincia ad essere interessante quando è predisposta per i servizi di nuova generazione. Cioè per servizi di scambio di informazioni: multimedialità, streaming ma anche domotica che porta concreti vantaggi economici.

I vantaggi della domotica non sono solo di qualità della vita ma anche di risparmio: sensori che monitorano la presenza di una figura umana nella casa e alzano e abbassano la temperatura di conseguenza, proteggono l’ambiente da malintenzionati, gestiscono automaticamente alcuni servizi. Tutto questo scambio di informazioni sarà sempre più importante in tempo reale.

Cosa porta dunque la normativa?
Il permesso di costruzione o ristrutturazione estesa viene rilasciato se si dimostra che l’appartamento è predisposto per la fibra ottica.

La presenza di un punto di accesso è infatti importante per una villetta, ma lo è ancora di più per un condominio, in quanto vuol dire avere un vero e proprio snodo e canaline con la fibra ottica predisposta o già posata.

Arrivare dentro il singolo appartamento con la fibra è importante poiché semplifica molte cose: gli dà un valore aggiunto e rende la connessione l’equivalente dell’energia elettrica. Nessuno pensa di comprare una casa e poi installarci l’impianto elettrico o quello dell’acqua.

I vantaggi sono per gli operatori o per gli inquilini?
Per entrambi. Dal punto di vista dell’operatore vuol dire poter raggiungere subito e molto rapidamente i clienti. Ma per gli inquilini vuol dire poter scegliere ed eventualmente cambiare con facilità l’operatore perché c’è già la predisposizione e non ci sono costi di installazione dell’infrastruttura. Si supera la vera difficoltà che oggi è quella di entrare in un condominio e ridistribuire il canale.

Perché è difficile?
Occorre rivolgersi all’ amministratore, accordarsi sui tempi, coinvolgere degli operai per i lavori, avere l’eventuale approvazione del condominio tramite le assemblee. È la stessa cosa accaduta con la tv satellitare, la cui diffusione ha subito un rallentamento anche per questo motivo.

Secondo i dati pubblicati prima dell’estate da Agcom, la penetrazione della banda ultralarga in Italia è al di sotto del 5%. Un dato inquietante.
Sì, molto. È normale che con la concorrenza ci possano essere cali di ricavi per gli operatori che si devono reinventare i servizi da offrire ma il calo delle utenze e una bassa penetrazione sono questioni completamente diverse.

Con la crisi diminuiscono gli investimenti verso  i servizi non essenziali, ma le famiglie sanno che non possono esimersi da investire per avere banda larga e ultralarga, in quanto attraverso questo genere di infrastruttura possono attingere a tutta una serie di benefici in termini di tempo e risparmio in genere.  È un canale aggiuntivo per arrivare all’informazione e ai servizi in tempo reale. La differenza tra i 20 megabit o anche i 100 megabit rispetto ai 2 di una Adsl di periferia è un divario enorme, che il consumatore percepisce sicuramente. Il vantaggio della normativa è che consente alle compagnie telefoniche di arrivare prima e meglio, a costi più bassi perché i palazzi sono già predisposti. Questo dovrebbe aiutare.

La penetrazione della fibra nelle case è ostacolata dalla tipologia di ambienti in cui deve essere posata? Dopotutto, le canaline dei cavi elettrici hanno angoli di curvatura a volte molto forti.
La soluzione dal nostro punto di vista esiste già da anni. Si chiama Verticasa XS e fu lanciata commercialmente e tecnicamente prima del 2011 con una fibra chiamata Casalight TM – oggi BendBright TM – e che  permette facili installazioni in ambienti con forte grado di difficoltà.

Niente problemi per raggi di curvatura anche molto forti. È stata studiata tra il 2005 e il 2006, è sul mercato dal 2008 e dal 2011 è disponibile per i principali operatori, tra cui Tim-Telecom Italia, nostro principale cliente in Italia.

Quali criticità per i tecnici, architetti e ingegneri, che devono inserire nei loro progetti la fibra ottica?
In sostanza nessuna. La storica difficoltà nel maneggiare la fibra ottica,  considerando che è un elemento di vetro, oggi è molto ridimensionata, grazie all’evoluzione tecnica. Verticasa XS è un prodotto maturo sul mercato da tempo.

Abbiamo tutte le standardizzazioni normalizzate dall’ITU, l’ente internazionale per le telecomunicazioni. È un passaggio molto importante, perché la normativa ITU afferma che la fibra sopporta certi raggi di curvatura, compressione, allungamento.

La normativa prevede cosa può fare la fibra con valori medi e massimi; il nostro prodotto non solo è compliant, ma supera notevolmente gli standard previsti.

In quali paesi la fibra dentro casa, o FTTH, è partita in maniera più rapida?
Nei paesi che hanno visto una rapida crescita economica negli ultimi anni e in quelli di piccole dimensioni: Lituania, Estonia, Andorra.

Sono cablati a percentuali elevatissime. Il colosso europeo Orange, che è nostro cliente, lavora molto anche fuori dall’Europa; in Australia siamo presenti con Telstra …  anche se è opportuno distinguere tra differenti tecnologie in differenti mercati.

Quali sono?
Fondamentalmente sono tre: in Europa la nostra tecnologia è la più diffusa, negli Usa si segue un modello parzialmente diverso ma in qualche modo collegato all’europeo; in Asia, in particolare in Giappone, è adottata da tempo una tecnologia di costruzione della fibra che differisce dalle prime due.

L’Italia è stato uno dei paesi pionieri della fibra ottica nel mondo, comunque.
Sì. Già alla fine degli anni Settanta sono stati realizzati i primi collegamenti ottici a Torino. C’erano Pirelli, Stet con Sirti, il Politecnico. I primi collegamenti COS1 e COS2 oggi, forse, ci fanno sorridere perché erano distanze di un alcuni chilometri, ma all’epoca rappresentavano record mondiali.

Una storia antica che ha visto come protagoniste società Italiane come Telettra e Italtel, che oggi ritroviamo  rispettivamente in Nokia e in Cisco, come referenze di un glorioso passato che si proietta nel futuro. Abbiamo fatto moltissimo nel corso degli anni ed è naturale che la fibra ottica nel mondo parli ancora e sempre più italiano.

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