Innovazione cross-funzionale in Prysmian

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Il termine industria 4.0 descrive la trasformazione della produzione manifatturiera avvenuta in seguito all’introduzione dei processi di automazione e digitalizzazione.

Fin dalla sua nascita Prysmian è stata in prima linea nel seguire questa tendenza, creando l’ambiente ideale per costruire un’entusiasmante carriera ingegneristica. Stefano Brandinali, Global CIO del Gruppo Prysmian racconta questo viaggio di innovazione nel mondo dell’ Industria 4.0.


1) Stiamo entrando nell’era dell’ Industria 4.0. Nei prossimi anni il 5G incrementerà ulteriormente le modalità di connessione e trasformerà radicalmente la nostra vita, proiettandoci in una società e in un ambiente in cui tutto sarà più interconnesso e in cui prenderanno sempre più piede i concetti di Smart Office e dello Smart Working. Su quali progetti si sta focalizzando Prysmian? Ci può raccontare le ultime novità? Smart Office/Working: moving office dell’ HQ presso il nuovo building

Con l’apertura della nuova sede (HeadQuarter) nel 2016, Prysmian ha avuto una grande opportunità per ridisegnare il concetto e il layout degli uffici adottando i principi dello Smart Office e Smart Working.

L’intero progetto è stato sviluppato secondo alcuni driver ispiratori che hanno permesso di ripensare l’esperienza dell’Employee, mettendo la persona (e non il luogo fisico di lavoro) al centro del progetto: considerare il dipendente non solo dal momento in cui timbra il badge ed entra fisicamente in ufficio ma dal momento in cui si sveglia, perché il rapporto con l’azienda è un rapporto continuativo che comprende anche il tragitto casa – lavoro.

Abbiamo tenuto in considerazione dunque l’intera Work Experience, dalla mattina alla sera, cercando delle modalità che favorissero il benessere delle nostre risorse, migliorando in modo indiretto la produttività del singolo e, di conseguenza, dell’azienda. Si passa da una logica tradizionale di controllo delle attività ad una logica di trust e di accountability, in cui vi è totale fiducia nel dipendente con la volontà di creare una condizione favorevole in cui lavorare bene, negli spazi giusti, attraverso l’integrazione casa/lavoro.

Questo approccio ha dato origine a diversi sotto-progetti per facilitare l’ingresso nella nuova sede, come ad esempio la possibilità di ottenere l’abbonamento ATM gratuito per i dipendenti o l’incentivazione al remote working, ovvero la possibilità di lavorare un giorno ogni due settimane da casa per alcune fasce della popolazione aziendale, secondo una regolamentazione che garantisca comunque la copertura adeguata della presenza fisica negli uffici.

Cambiare ufficio ha inoltre permesso di pensare in modo olistico allo smart working e ha portato a definire aree differenti all’interno del nuovo building rispetto agli obiettivi per cui erano state disegnate e pensate, come ad esempio le aree dedicate alla concentrazione, allo svolgimento del lavoro quotidiano – diventate degli openspace – e le sale di aggregazione, intese sia come sale riunioni che come spazi per incontrarsi, bere un caffè, parlare con i colleghi, di cui il nuovo building è ampiamente dotato.

Uno degli strumenti che ci ha permesso di realizzare questo importante cambiamento è l’adozione delle tecnologie “digital”, come elemento di abilitazione e realizzazione dello smart working: il nuovo building è costruito con le più avanzate tecnologie ecosostenibili ed è basato sulla pervasività della trasformazione digitale a supporto della centralità del fattore umano; sono stati messi in atto processi di digitalizzazione di tutti i documenti, con la conseguente creazione di un ambiente paperless, tutti i dipendenti sono stati dotati di notebook, si è adottata una politica BYOD (Bring Your Own Device), sulla base del principio ispiratore di rendere le persone Always mobile.

2) Come cambierà il concetto di Internet of Things

Partiamo dal tema industria 4.0, che in questo momento è in una fase di evoluzione rispetto alle premesse iniziali.

Nelle aziende in generale questo termine si traduce in integrazione tra elementi fisici ed elementi virtuali.
Industria 4.0 per Prysmian è la capacità di integrare il mondo fisico e il mondo virtuale, il mondo dei prodotti e delle linee di produzione specifiche con il mondo dei dati che possono essere generati lungo le linee stesse.

In particolare, l’ Industria 4.0 si associa naturalmente al tema della nuova sensoristica; di conseguenza il concetto di IoT è un elemento abilitante per l’ Industria 4.0 perché consente di raccogliere informazioni particolarmente dettagliate e continue, lungo le linee di produzione, e metterle a fattor comune nei cosiddetti Big Data.

La chiave del successo per il futuro è rappresentata dall’ introduzione della sensoristica evoluta che permetterà di raccogliere informazioni più puntuali rispetto a prima e di analizzare i dati ricavati ed aggregati.

Uno degli elementi determinanti per il successo di questa 4° Rivoluzione Industriale sarà lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, quindi la capacità di leggere all’interno di questi dati elementi di correlazione non facilmente identificabili dall’uomo, perché abituato a strumenti più lineari o perché la mole dei dati è talmente consistente da non permettere un’analisi significativa con strumenti tradizionali di Business Intelligence.

L’intelligenza artificiale sta già entrando in fabbrica, un esempio su tutti sono i cosiddetti robot collaborativi.

Fino ad oggi l’automazione si è focalizzata soprattutto su strumenti in grado di sostituire le attività umane ripetitive con maggior precisione e puntualità; i robot erano percepiti come elementi che “rubavano” lavoro agli uomini, li sostituivano, snellendo il numero delle persone lungo le linee di produzione, senza entrare però in relazione con queste, se non nella fase iniziale di pianificazione e progettazione.

Oggi i robot possono giocare un ruolo differente.

Operano lungo la linea di produzione insieme alle persone e sono in grado di capire i cambiamenti del contesto e di comportarsi di conseguenza.

Diventano a tutti gli effetti degli assistenti virtuali robotizzati in grado di adattarsi alle situazioni mutevoli dell’ambiente in cui operano, di compiere gesti diversi a seconda di ciò che accade, di interagire con l’uomo, non sottraendogli lavoro ma aiutandolo in modo cooperativo. Sono robot intelligenti, capaci di crescere e di aumentare la loro conoscenza in itinere, apprendendo dalle esperienze fatte. Quindi a differenza del passato nel quale i robot o i sistemi automatizzati erano programmabili a priori e poi ripetitivamente esecutori, oggi imparano in corso d’opera.

Un’altra frontiera dell’ Industria 4.0 è la capacità di far parlare fra loro le macchine: maggiori informazioni rispetto a prima, elaborate attraverso l’intelligenza artificiale trovano correlazioni che precedentemente non erano possibili; non solo macchine che interagiscono con gli uomini ma anche macchine che apprendendo dagli errori e comunicano fra di loro.

Sempre riguardo all’IoT, Prysmian si focalizzerà sullo sviluppo del nuovo MES (Manufacturing Execution System), che dovrà essere “IoT compliant”, con l’obiettivo nel lungo periodo di poter sensorizzare le diverse linee di produzione per ottenere preziose informazioni dal campo accedendo al mondo dei Big Data.

3) L’ innovazione continua è essenziale e fondamentale per Prysmian. A luglio 2016 è nato l’ Innovation Lab. Può raccontarci gli ultimi progetti? Le attività dell’ Innovation Lab si affiancano a quelle del dipartimento R&D?

A luglio 2016 è nato, all’interno di Prysmian Group, l’ Innovation Lab: si tratta di un generatore di idee all’interno della Direzione ICT con l’obiettivo di esplorare nuove soluzioni tecnologiche per stimolare e accompagnare l’ innovazione digitale.

L’obiettivo principale non è quindi la realizzazione di nuovi progetti, ma la generazione di nuove idee.
Le attività dell’ Innovation Lab si affiancano a quelle della funzione R&D, a cui da sempre è demandata l’ innovazione in azienda, in termini di ricerca sul prodotto.

Nel 2017 intendiamo trovare un tavolo comune di sviluppo dell’ innovazione cross-funzionale per lavorare con l’R&D e non solo, per poterci rapportare a un mercato in estremo cambiamento che vede nuovi attori e nuove modalità di produzione e distribuzione dell’energia.

In questo contesto il nostro laboratorio di Innovazione vuole favorire la contaminazione digitale, lo scouting e il coinvolgimento di startup, attraverso nuove modalità di outside-in/inside-out, per far sì che l’azienda intera evolva verso un modello di Open Innovation.

Al momento stiamo contattando alcune start up per alcuni progetti pilota nell’area della realtà aumentata, degli ologrammi e nell’area dei droni. In particolare, siamo in contatto con una startup francese e una americana per sperimentare l’utilizzo dei droni nelle attività inventariali di magazzino.

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