Ecco come si fa smart working in azienda

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Smartphone, tablet, applicazioni e strumenti di comunicazione unificata e collaborazione stanno cambiando per sempre il modo di lavorare negli ambienti d’ufficio.

Si sta facendo strada un “workspace” virtuale, ubiquo non legato alla singola postazione, che deve venire incontro alle esigenze di mobilità delle persone, ma anche agli obiettivi di efficienza delle aziende che sempre meno dipendono dal numero di ore lavorate bensì dal “quantum” di creatività e responsabilità che ci mettono i lavoratori nell’espletare le loro attività.

Il successo dello smart working in azienda dipende molto dell’uso che si fa delle nuove tecnologie e dalla strategia aziendale che basata sul superamento dell’impostazione fordista del lavoro.

Ma cosa serve a un’azienda per adottare l’approccio smart?

L’introduzione di nuove modalità di lavoro richiede una trasformazione degli spazi fisici: si tratta di creare ambienti con postazioni non assegnate per favorire la comunicazione, la condivisione di idee e il lavoro di gruppo.

Più sfidante la trasformazione dell’infrastruttura IT: serve implementare servizi che consentano di ottimizzare le attività interne dell’azienda e dei dipendenti grazie a soluzioni che snelliscano la comunicazione, aumentino la sicurezza e garantiscano il “ work-life balance ”.

Tra queste spiccano la comunicazione integrata, i sistemi di videoconferenza in alta definizione, che diminuiscono di molto i costi delle trasferte, e i cloud call center per gestire i clienti tramite tutti i canali di comunicazione: voce, mail, sms, video e anche social network.

Il pilastro di questa trasformazione è la connettività che deve essere performante e sicura: in questo quadro la fibra ottica gioca un ruolo centrale.

Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano lavorare in smart working in azienda per due giorni a settimana si tradurrebbe in aumento della produttività (del 20 % circa), riduzione dell’assenteismo (tra il 50% e il 70%), riduzione dei costi per gli spazi fisici (tra il 20% e il 30%); per le persone in miglioramento del work-life balance, aumento della soddisfazione e la bellezza di 1.200 euro all’anno risparmiati sui costi di benzina e manutenzione dell’automobile utilizzata per gli spostamenti; e per l’ambiente in riduzione delle emissioni di anidride carbonica, di traffico e inquinamento perché – sempre secondo la ricerca – in Italia la distanza media casa-lavoro è di 18,5 Km e lavorando da casa un giorno alla settimana si ridurrebbero le emissioni di CO2 di 196 Kg all’anno.

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