Internet of Cobots la prossima frontiera

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Internet of Robotics Things : dagli oggetti ai robot, la sfida dei dispositivi connessi si prepara a prendere una nuova piega e a rendere le macchine pensanti sempre più pensanti, più flessibili nell’azione, più facilmente “addestrabili” e gestibili, anzi autogestibili. Il tutto con una potenza di calcolo ed elaborativa senza precedenti. E c’è da scommettere che presto, molto presto, si parlerà di Internet of Cobots, alias dei robot cosiddetti collaborativi, i “nativi” non più digitali ma dell’ AI (intelligenza artificiale) e del machine learning (apprendimento automatico).

L’adozione dei sensori di nuova generazione, connessi e di prossimità, di cui saranno dotati anche e soprattutto i robot e più in generale i dispositivi di tipo robotico, consentirà una immediata accelerazione della roadmap grazie al maggiore scambio di informazioni possibile fra le macchine e dunque, a catena, all’ampliata capacità di elaborazione dati, alla velocizzazione dell’analisi interpretativa, alla decisione più efficiente, più intelligente, sul da farsi anche in specifiche situazioni.

Ma l’ IoT sarà solo l’ingrediente di base – e se si vuole meno “smart” – della rivoluzione che ci attende e che secondo proiezioni da qui al 2025 genererà un giro d’affari nell’ordine del trilione di dollari.

L’ intelligenza artificiale e le tecniche di machine learning , ossia di apprendimento automatico, se ora fanno capo a macchine dalla elevata potenza computazionale usate ad hoc per interpretare i dati provenienti da diversi dispositivi, presto diventeranno il “cervello” degli stessi robot che saranno dunque equipaggiati con sistemi “in scala” in grado di svolgere funzioni “intelligenti” a seguito delle informazioni apprese ed elaborate con il tempo.

Il tutto anche grazie ai progressi negli algoritmi di deep learning nonché alla disponibilità di hardware potente – basti pensare alle schede grafiche utilizzate dall’industria del gaming – che aprono una serie di nuove possibilità sia per la robotica sia per il segmento della visione artificiale.

Altro ingrediente chiave della ricetta di nuova generazione è la tecnologia 3D : se l’obiettivo è dotare i robot di una visione simile a quella umana, allora le tradizionali telecamere 2D – con visione “piatta” del mondo – dovranno presto essere rimpiazzate. E non è tanto una questione di visione o di visuale, quanto di capacità di interazione col mondo circostante che non può essere potenziata se non a fronte di strumenti a più ampio raggio d’azione.

Naturalmente a rendere possibile tutte le innovative funzionalità non potranno che essere le infrastrutture ultrabroadband , “invisibili” ma determinanti perché faranno parlare e interagire fra loro miliardi di oggetti in real time.

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