Edilizia 4.0 : la banda ultralarga pilastro smart building

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La banda ultralarga sarà la chiave di volta per la ripresa del comparto dell’edilizia?

A propendere per il sì è un’ampia schiera di esperti. Non a caso sulla questione si sono accesi i riflettori di convegni e dibattiti, complice l’entrata in vigore delle nuove norme, ossia la Legge 164/2014 che fissa l’obbligo, dal primo luglio del 2015, per gli edifici di nuova costruzione e per quelli in cui vengano effettuate opere di ristrutturazione significative, di realizzare un’infrastruttura fisica multiservizio passiva in cui far passare i cavi in fibra e, a seguire, il Dl 33 2016, meglio noto come Decreto Fibra Ottica, che estende l’orizzonte agli edifici esistenti, stabilendo il diritto e l’obbligo di consentire l’accesso agli operatori di rete.

Il mondo dell’edilizia e delle costruzioni si prepara dunque per la sfida degli smart building o di quella che più in generale è stata già ribattezzata Edilizia 4.0 affinché si marci di pari passo, quantomeno a livello programmatico, con il nuovo piano del governo Industria 4.0 che vede nella banda ultralarga il pilastro portante per la trasformazione digitale.

A ulteriore riprova del fermento in atto, è da citare il protocollo di intesa siglato a fine ottobre fra l’Ance (l’Associazione nazionale dei costruttori) e Confindustria Digitale, mirato a creare un percorso che consenta alle imprese della filiera di recuperare produttività ed efficienza attraverso processi di trasformazione digitale.

Portare la banda ultralarga negli edifici italiani consentirà non solo di garantire la connettività necessaria a sostenere le nuove esigenze in termini di domanda, crescente, di grandi quantità di dati, ma anche e soprattutto di sostenere l’avvento di quella che è da molti annunciata come la rivoluzione prossima ventura, ossia l’ Internet of Things.

Connettere gli “oggetti” domestici, a partire dagli impianti di illuminazione, riscaldamento ma anche quelli di sicurezza e infotainment necessiterà di un’infrastruttura di “base” solida, scalabile e performante. La fibra ottica si configura dunque come la situazione ideale.

La dotazione di infrastrutture di rete si configurerà inoltre come una “discriminante” ancor più significativa di quella oggi rappresentata dalla certificazione energetica, sostengono gli esperti, e diventerà un asset quantificabile economicamente: gli edifici cablati, alla stregua di quelli a basso consumo energetico, avranno un valore di mercato più alto. Tant’è che le strutture conformi ai nuovi obblighi di legge potranno fregiarsi dell’etichetta “edificio predisposto alla banda larga”.

A tal proposito l’alleanza Ance – Confindustria Digitale prevede, fra le varie iniziative congiunte, proprio la realizzazione di una guida operativa – da diffondere a imprese e stakeholder pubblici e privati – sull’obbligo di cablaggio strutturato per i nuovi edifici, per consentire l’ottenimento del “bollino broadband”.

Per gli operatori dell’edilizia così come per le società di telecomunicazioni, ma anche per gli impiantisti e più in generale per tutti gli addetti alla filiera dell’edificio, inclusi progettisti e costruttori, si aprono opportunità di business più che interessanti.

Secondo dati di Confartigianato solo il 10% degli edifici è ad oggi adeguatamente predisposto per accogliere le nuove reti. Si tratta soprattutto di edifici di nuova costruzione. Ma la partita vera si giocherà sugli edifici esistenti, quelli che dovranno essere “riqualificati” in nome dell’ultrabroadband, molti dei quali saranno raggiunti dalle reti in fibra oggetto dei bandi Infratel per le aree a fallimento di mercato (aree bianche) e che potranno dunque fare da volàno al nuovo “cantiere” Italia.

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